Skip to main content

La storia dei controller: dal joystick al gamepad

È lo strumento per eccellenza del gamer, l’accessorio che più di tutti identifica il mondo dei videogiochi nell’immaginario collettivo, semplice, minimale, oppure colorato e decorato con temi fantasiosi… Lo hai inclinato per fare meglio le curve a Mario Kart e lo hai buttato contro il muro dopo aver perso per la 49ª volta contro Malenia, in fase 1, o per aver subito quel gol al novantasettesimo da un bambino giapponese che sembra avere quattro mani tanto gioca bene a FIFA.

Sto parlando, ovviamente, del controller. Il nostro fedele compagno in quelle sessioni di gioco di ore, la domenica pomeriggio, sotto alla coperta, mentre fuori fa freddo e piove. Ma come siamo arrivati ai controller ultra tecnologici di oggi? Come si è evoluto questo strumento fondamentale per il gaming?

Benvenuti a questo viaggio nella storia dei controller, l’interfaccia che ci collega ai mondi virtuali. Dai primi joystick rigidi agli avanzati gamepad odierni, ripercorreremo l’evoluzione tecnologica che ha trasformato il modo in cui giochiamo. Scopriremo i visionari che hanno innovato il settore e alcune curiosità poco conosciute, analizzando come ogni epoca ha contribuito a ridefinire il concetto di interazione nei videogiochi.

Gli albori: quando il controller era un esperimento

Tutto ebbe inizio negli anni ‘70, quando i primi tentativi di interfaccia per il videogioco erano semplici strumenti meccanici. Il Magnavox Odyssey, la prima console domestica, aveva controller costituiti da scatole bianche con due manopole rotanti, rudimentali ma efficaci per giochi basilari. Non c’erano pulsanti, solo la possibilità di muovere un puntino sullo schermo. Nel frattempo, Atari introdusse il CX40, il primo joystick digitale, che divenne rapidamente un’icona grazie alla popolarità dell’Atari 2600. Un design essenziale, una leva e un unico pulsante rosso, ma era già un passo avanti rispetto alle manopole del passato. E per giochi come Pong, Atari ideò il Paddle Controller, dotato di una rotella per movimenti laterali precisi: perfetto per le sfide competitive dell’epoca.

 

controller magnavox odyssey

Controller Magnavox Odyssey

Gli anni ‘80: dalla croce direzionale ai primi veri gamepad

Fu in questo periodo che Nintendo rivoluzionò il modo di giocare. Gunpei Yokoi, una delle menti più brillanti dell’azienda, inventò la croce direzionale (D-pad), inizialmente pensata per i giochi portatili come i famosi Nintendo Game and Watch. Il NES portò questa innovazione nel salotto di milioni di giocatori: il suo controller rettangolare con due pulsanti di azione (A e B), Start e Select era un cambiamento epocale. Il design era semplice ma efficace, e divenne rapidamente lo standard.

Sega, con il Master System, provò a competere con un gamepad simile, ma leggermente meno ergonomico. Tuttavia, il vero salto di qualità arrivò con il Super Nintendo Entertainment System (SNES), che perfezionò il concetto introducendo i tasti dorsali L e R e aumentando il numero di pulsanti frontali. Questa configurazione permise maggiore complessità nei giochi, migliorando la giocabilità di titoli come Street Fighter II (per cui in conrtoller SNES è ancora utilizzato in ambito competitivo) e ponendo le basi per il futuro del gaming.

Controller SNES

Controller SNES

Gli anni ‘90: l’era 3D e l’innovazione degli stick analogici

L’arrivo del 3D cambiò tutto. Con giochi che ora permettevano movimenti più liberi, il classico D-pad iniziava a mostrare i suoi limiti. Sony entrò nel mercato con la PlayStation (1994), il cui controller manteneva la croce direzionale e quattro pulsanti frontali, ma introduceva la disposizione “Shape” (Triangolo, Cerchio, X e Quadrato), che sarebbe diventata iconica.

Nintendo rispose con il Nintendo 64 Controller (1996), un design rivoluzionario con tre impugnature e il primo stick analogico veramente funzionale. Era pensato per offrire il massimo controllo nei mondi tridimensionali, come in Super Mario 64. Inoltre, introdusse il Rumble Pak, che portò il feedback di vibrazione per la prima volta nelle mani dei giocatori.

Sony, però, non rimase a guardare. Nel 1998 lanciò il DualShock, che introduceva due stick analogici e la vibrazione integrata, definendo il nuovo standard per i controller moderni. La precisione offerta dai due stick cambiò il modo di giocare agli sparatutto e ai platform, migliorando enormemente l’esperienza utente.

Dualshock

Dualshock

Gli anni 2010-2020: l’era dell’immersione totale

Con il progredire della tecnologia, i controller diventarono sempre più sofisticati. Microsoft affinò la sua formula con il Xbox 360 Controller (2005), considerato uno dei migliori di sempre per ergonomia e precisione. Il suo successore, il Xbox One Controller (2013), migliorò ulteriormente il design, mentre la versione Elite (2015) introdusse paddle posteriori intercambiabili per i giocatori più esigenti.

Sony, con la PlayStation 4, lanciò il DualShock 4 (2013), dotato di un touchpad centrale e una barra luminosa per interazioni avanzate. Nintendo, invece, con Switch (2017), adottò un approccio modulare con i Joy-Con, che potevano essere usati singolarmente o insieme, aggiungendo ulteriori opzioni di gioco.

Infine, nel 2020, Sony presentò il DualSense, il controller della PlayStation 5, che ridefinì l’esperienza sensoriale grazie a un avanzato feedback aptico e grilletti adattivi, rendendo ogni azione più coinvolgente.

Il futuro: dove stiamo andando?

Oggi il futuro dei controller si muove verso l’integrazione con la realtà virtuale e aumentata. Il Valve Index Controller ha introdotto il tracciamento delle dita per un’interazione più naturale nei mondi virtuali, mentre nuove tecnologie come il controllo oculare e la risposta aptica avanzata potrebbero ridefinire il concetto stesso di interazione nei videogiochi.

Dai primi joystick rigidi ai controller ultra tecnologici di oggi, la storia del gaming è sempre stata accompagnata da una costante evoluzione del modo in cui interagiamo con i mondi digitali. Cosa ci riserverà il futuro? Solo il tempo (e gli sviluppatori) ce lo diranno!,

Se l’articolo vi è piaciuto, iscrivetevi al canale TheOldNerds e date un’occhiata anche a questi altri contenuti!

La scienza di The Last of Us

Filippo (Rev) Sgarbi

Genio incompreso, anche da se stesso, ma molto ostinato nel fare quello che gli piace. Videogiocatore da sempre, con la passione per la scrittura e il videomaking.

Lascia un commento