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La scienza di The Last of Us

The Last of Us è ormai entrato di diritto tra i grandi classici delle opere a tema zombie, grazie a due videogiochi di grande successo, osannati da pubblico e critica e ad una serie tv, che presto vedrà anche una seconda stagione, altrettanto apprezzata e dalla qualità eccellente. Questo anche grazie ad una perfetta fusione tra nozioni scientifiche reali e più o meno inventate che rendono la storia verosimile e credibile anche nelle sue parti più spaventose. In questo articolo vi racconto cosa c’è di vero e cosa invece è inventato riguardo alla scienza di The Last of Us.

L’opera di Neil Druckmann e la serie diretta da Craig Mazin (autore tra le altre cose della splendida serie Chernobyl, che vi consiglio) raccontano di una apocalisse “zombie” causata da un fungo, il Cordyceps, che infetta le persone e le tramuta in famelici mostri. L’idea che il vettore della pandemia sia un fungo è un elemento che appare piuttosto originale, tuttavia non lo è affatto, e per il motivo più inquietante possibile… e cioè che il Cordyceps esiste davvero e tramuta veramente le sue prede in “zombie”!

In fondo all’articolo trovate la bibliografia con gli studi citati.

Il Cordyceps nella realtà

Il Cordyceps, anzi I Cordyceps, visto che si tratta di una famiglia di funghi abbastanza numerosa, come detto, esistono davvero, ma nella natura si comportano in modo diverso rispetto a quanto mostrato nella serie. Si tratta di una famiglia di funghi parassiti che infettano principalmente insetti come formiche e ragni. Una volta infettato l’ospite, il fungo ne prende il controllo, ma non nel modo che potremmo immaginare. Studi recenti, pubblicati nel 2020 su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), hanno dimostrato che il Cordyceps non agisce sul cervello dell’insetto (come invece si evince dalla serie tv e dal videogioco), ma direttamente sui suoi muscoli, inviando impulsi chimici che permettono al fungo di muovere il corpo del suo ospite come un burattino (motivo per cui ho usato finora il virgolettato per il termine “zombie”, in quanto l’ospite resta comunque vivo).

Questa strategia consente al fungo di portare l’insetto in luoghi sopraelevati, ideali per rilasciare le spore nell’ambiente. Queste spore possono infettare altri insetti, perpetuando il ciclo di vita del Cordyceps. Tuttavia, tutto questo accade solo in specifici ecosistemi, come le foreste pluviali dell’Asia orientale, dove il fungo ha co-evoluto con i suoi ospiti.

Un’altra imprecisione è il fatto che gli insetti infetti dal Cordyceps non mostrano in realtà comportamenti aggressivi verso altri insetti, come evidenziato da studi ecologici condotti tra il 2015 e il 2018.

Può infettare l’uomo?

Una delle domande più frequenti dopo aver visto The Last of Us è: “Il Cordyceps potrebbe mai infettare l’uomo?” La risposta, fortunatamente, è no… o meglio, è estremamente improbabile.

Il Cordyceps è un fungo con una specificità evolutiva estrema: ogni specie di Cordyceps è in grado di infettare soltanto una determinata specie di insetto. Questo perché il fungo ha impiegato milioni di anni per adattarsi al corpo del suo ospite, sviluppando un controllo raffinato sui suoi movimenti e sul suo metabolismo. Le possibilità che il Cordyceps possa adattarsi agli esseri umani sono davvero infinitesime, gli esserei umani sono organismi estremamente più complessi rispetto agli insetti e questo salto di specie richiederebbe un’evoluzione di milioni, se non miliardi di anni, come confermato anche da studi pubblicati tra il 2017 e il 2019.

Tuttavia, la serie introduce un’idea intrigante: l’aumento delle temperature globali potrebbe spingere alcune specie di funghi ad adattarsi a temperature corporee più elevate, come quelle dei mammiferi. Questo è un tema reale e già oggetto di studio scientifico. Un esempio è Candida auris, un fungo che è emerso come patogeno umano in parte grazie all’adattamento a temperature più alte. Tuttavia, i lunghi tempi evolutivi rendono improbabile un evento simile con il Cordyceps, almeno nel futuro prossimo.

la scienza di the last of us

Una formica infettata dal Cordyceps, nello stadio finale dell’infezione

Trasmissione e diffusione

Un altro aspetto interessante è il modo in cui il Cordyceps si trasmette nella serie. Nel mondo reale, il fungo si diffonde attraverso spore che vengono inalate dagli insetti. Questi organismi non hanno polmoni come i mammiferi, ma un sistema di respirazione basato su spiracoli, piccoli fori distribuiti lungo il corpo. Le spore entrano attraverso questi spiracoli, infettando l’ospite.

Nel caso degli insetti, l’infezione può richiedere da pochi giorni fino a diverse settimane prima di manifestarsi. Questo è molto diverso dalla rappresentazione della serie, dove l’infezione negli esseri umani avviene in tempi molto più brevi, aumentando la tensione narrativa.

Un altro elemento romanzato è l’aggressività degli infetti. In natura, gli insetti infetti dal Cordyceps non mostrano comportamenti aggressivi verso altri insetti; al contrario, continuano il loro comportamento normale fino a quando il fungo non li spinge a raggiungere un luogo favorevole per rilasciare le spore. Questa differenza è evidente: nella serie, gli infetti diventano zombi aggressivi per rendere la storia più avvincente.

La rete neurale dei funghi

Uno degli aspetti più affascinanti introdotti nella serie è l’idea di una rete neurale creata dal fungo per connettere gli infetti. Sebbene questa sia un’invenzione, si basa su un fenomeno reale osservato in alcuni tipi di funghi simbionti, non parassiti, in studi che sono partiti negli anni 90 e hanno ricevuto successivi approfondimenti nel 2016.

Questi funghi, chiamati micorrize, formano reti sotterranee che collegano le radici delle piante. Attraverso queste reti, le piante possono scambiarsi nutrienti e persino segnali chimici, creando una sorta di “Internet naturale”, il “Wood wide web” (giuro che è il vero nome che gli hanno dato…). Questo sistema è incredibilmente complesso e affascinante, ma è ben lontano dall’intelligenza o dalla coordinazione mostrata nella serie.

Conclusione e riflessioni finali

The Last of Us è un esempio eccellente di come la fantascienza possa intrecciarsi con la scienza reale per creare una storia coinvolgente. Anche se molte delle idee scientifiche sono state romanzate o esagerate, la coerenza interna della serie e la sua capacità di stimolare il pensiero critico la rendono un capolavoro del genere.

Quindi, possiamo dormire sonni tranquilli: il Cordyceps non trasformerà nessuno di noi in zombi. Non oggi, almeno.

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche la storia de Il più grande fallimento di Microsoft e seguimi sul canale youtube TheOldNerds!

Alla prossima!

 

Filippo (Rev) Sgarbi

Genio incompreso, anche da se stesso, ma molto ostinato nel fare quello che gli piace. Videogiocatore da sempre, con la passione per la scrittura e il videomaking.

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